“Ma misi me per l’alto mare aperto” …E’ partito dall’Ulisse raccontato da Dante nel XXVI canto dell’Inferno, Michele Mirabella volto noto della tv, autore e attore di teatro, radio, cinema e televisione, docente, saggista e giornalista, per parlare al pubblico della Gran Loggia del futuro della conoscenza e dei pressanti interrogativi che i nuovi sviluppi della tecnologia irrimediabilmente sollevano. Mirabella si è soffermato sul mito di Odisseo, da sempre simbolo della ricerca del sapere, del desiderio instancabile dell’uomo di porsi continui traguardi, per parlare di oggi, di Internet, che, se abusato e male utilizzato, ha sottolineato, “rischia di diventare come il soma descritto da Aldous Huxley nel suo celebre romanzo Il mondo nuovo” , e cioè una sostanza euforizzante, distribuita gratuitamente dallo Stato a tutti i cittadini sin dall’infanzia, che distoglie da ogni tipo di preoccupazione chi lo assume e lo fa piombare in un dolce limbo cerebrale. La rete, ha detto il giornalista, deve essere invece come il mare di Ulisse, non il fine, ma il mezzo per raggiungere altri orizzonti. Un oceano attraverso il quale imboccare la strada della conoscenza senza smarrirsi, sapendo che in esso è facile perdersi, perdere l’orientamento perché non ci sono strade delimitate, e in esso tutto è liquido.
Il giornalista si è soffermato a riflettere anche sull’urgenza di restituire un ruolo autorevole alla scuola, che è preposta a tramandare la cultura di una comunità che, ha ricordato, come sosteneva il filosofo Edmund Husserl è il sedimento naturale dei saperi condivisi. Applauditissimo il suo intervento sotto il cielo stellato del tempio aperto dopo a conclusione della prima giornata di lavori della più importante assemblea annuale del Grande Oriente d’Italia. A Mirabella il Gran Maestro ha consegnato la “Galileo Galilei”, la massima onorificenza che la Comunione attribuisce ai non massoni per i loro meriti culturali e sociali.